Le paura? E’ frutto della nostra mente. Almeno a quanto ci dice l’insegnamento del buddismo zen. Affrontare le proprie paure, significa affrontare se stessi. Affrontare se stessi significa prendere consapevolezza dei propri mezzi e raggiungere la felicità. Per approfondire meglio questo concetto, ci viene in soccorso una storia zen molto popolare insegnata da Osho.
La paura e l’illusione
In un antico monastero cinese, c’era un monaco, che ogni volta che si ritirava in meditazione, vedeva un lupo inferocito che lo inseguiva. Egli non riusciva più a meditare a causa di questa visione. Aveva iniziato anche ad aver paura a prendere sonno la sera, perché ogni volta che chiudeva gli occhi era assalito da quell’animale così reale ai sensi.
Così un giorno andò dal suo maestro per chiedergli consiglio, e disse: “Maestro adorato, aiutatemi. Un lupo inferocito mi perseguita. Ho molta paura, non riesco più a meditare e neanche a dormire. Cosa devo fare? Il Maestro rispose: “Tieni questo pennarello, quando vedrai il lupo disegnagli una bella croce sul petto e vedrai che scomparirà”. Il discepolo era un po’ titubante, ma era anche molto fiducioso nel suo venerato maestro, così si mise subito a meditare con in mano il pennarello.
Quando chiuse gli occhi, dopo pochi attimi, il lupo apparve. Preso da grande forza e volontà nel vincere quella paura, quando il lupo gli saltò di sopra, prese il pennarello e fece una bella croce nel suo petto e il lupo, improvvisamente scomparve. Preso da grande gioia, il giovane monaco, andò dal suo maestro per raccontargli della buona riuscita e disse: “Maestro, avevate ragione, quando ho fatto una croce sul lupo, improvvisamente scomparve. Ho vinto la mia paura, di questo ve ne sono grato, ma vi prego, spiegatemi cosa è accaduto al lupo?”.
Il maestro sorridendo gli disse: “Hai visto il tuo petto?”. Il discepolo, così, si chinò gli occhi sul suo corpo e vide che era segnato da una croce. La stessa fatta un attimo prima al lupo. Così egli capì che in realtà le paure e le preoccupazioni erano solo frutto dei suoi pensieri e non realtà concrete.