Trump è stato eletto lo scorso 8 novembre presidente americano con buona pace di Hillary Clinton che era in testa a tutti i sondaggi fino ad un’ora dopo lo spoglio dei voti. Magie americane dove, anche il favorito alla vittoria alla fine perde le elezioni. Una sconfitta che brucia per i democratici ma che ha lasciato l’amaro in bocca a molti elettori.
A conti fatti la Clinton, nel voto popolare ha superato di quasi due milioni il suo avversario e, solo il sistema elettorale (per la verità un po’controverso in alcuni stati), le ha tolto quello che le spettava di diritto.
La delusione è tanta ma tanti militanti proprio non ci stanno. Ed ecco avviato il rinconteggio in tre stati fondamentali per la vittoria di Trump: Michigan e Pennsylvania e nel Wisconsin.
In realtà anche nel comitato per Hillary, non è sembrato ci siano i presupposti per il recounting ma la cosa preoccupa, e non poco, il neo eletto presidente americano.
Cosa accade ora?
Negli ultimi giorni, diversi esperti di elezioni e attivisti hanno ipotizzato irregolarità di voto. Hanno fatto addirittura pressioni alla Clinton per avviare una verifica. Sono in tanti a credere però che non ci siano fondamenti di brogli, compresa la stampa. La stessa che nella scorsa campagna elettorale era al fianco della candidata democratica. Per i democratici resta una questione di principio ma, secondo quanto riportato dal New York Times, Donald Trump, sarebbe seriamente preoccupato per il riconteggio dei voti.
Profumo di brogli? Semplicemente paura di veder legittimata la sua vittoria nei confronti del suo stesso partito. Esso, in campagna elettorale, più volte gli ha voltato le spalle. Tuttavia del suo partito Trump ha bisogno per via della la maggioranza nelle due ale del parlamento.
Come finirà la vicenda? Dati gli scarsi presupposti, si prevede un nulla di fatto che sancirà definitivamente il battesimo di Trump. Esso è il più importante del mondo e la fine, delle politiche, a tratti fallimentari di Obama.