Juventus. In questi giorni la squadra bianconera è risalita agli onori della cronaca. Non quella sportiva. Ma quella giudiziaria. Alla società di Andrea Agnelli viene contestato un rapporto “esclusivo” con alcuni esponenti della criminalità organizzata per mantenere sereno il clima allo Juventus Stadium. Più che una rete di Higuain, la società torinese rischia un clamoroso autogoal di Andrea Agnelli. Un comunicato della Juventus fa sapere che “nessun dipendente o tesserato è stato indagato in sede penale”. Un modo per mettere a tacere le voci che si stanno rincorrendo sulla stampa e negli ambienti sportivi. Tuttavia la situazione è abbastanza complicata.
Di cosa parla l’inchiesta?
In seguito ad alcune indagini della magistratura ordinaria, anche la giustizia sportiva ha iniziato ad indagare sulle vicende. Si parla di infiltrazioni della N’drangheta calabrese allo stadium tra gli ultras. In modo particolare la Procura della Repubblica, negli scorsi mesi, aveva avviato delle indagini su alcune famiglie calabresi ree di aver ripetutamente perpetrato danni verso patrimonio e persone ed infiltrazione in alcuni asset della Juventus Football Club.
La giustizia sportiva invece, contesta ad Andrea Agnelli di aver instaurato rapporti esclusivi con alcuni criminali cercando di limitare le fibrillazioni allo stadium. Questi rapporti consistevano in incontri in cui si sarebbero promesse delle agevolazioni nel bagarinaggio e anche sugli abbonamenti. Ed è proprio il rapporto personale del presidente della Juventus che è sotto i riflettori dei giudici inquirenti.
La società si è resa disponibile a collaborare già da mesi. Non è escluso che anche il direttore sportivo Giuseppe Marotta possa essere sentito dall’Antimafia.
Insomma ancora una volta la società bianconera giocherà la sua partita più importante non sui campi di calcio ma nelle stanze della Procura della Repubblica.