Istat. Previsioni 2016. Un’altra batosta per i tassi di disoccupazione giovanile. L’indicatore che illustra la situazione occupazionale dei giovani è preoccupante. Nonostante il JobsAct, le aziende non stanno assorbendo tutta la manodopera giovanile necessaria.
I dati sulla disoccupazione 2016
Nel mese di dicembre si è rilevato un dato sul tasso di disoccupazione pressocchè stabile. 12 per cento di disoccupati. Tra l’altro in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il mancato aumento della disoccupazione è già un dato di per sé confortante. Tuttavia non si può stare tranquilli con un tasso così alto.
In questo dato si rileva anche una stima degli inattivi (ovvero coloro che non cercano più lavoro) in riduzione di 15mila unità. Una flessione di 0,1 per cento.
L’analisi inizia a destare preoccupazione quando si analizzano i disocupati tra i giovani tra i 15 e 24 anni.
Il rapporto tra i giovani disoccupati su un totale di popolazione attiva (occupati più disoccupati) è del 40,1 per cento. Un dato costantemente in aumento.
Quest’analisi è ancora più preoccupante se si considera che dal dato, sono esclusi, i giovani che non cercano lavoro. Nel momento in cui queste categorie di giovani, per ragioni diverse (per esempio appena finiti gli studi ndr) inizieranno a cercare lavoro, il tasso aumenterà a dismisura.
Servono delle politiche attive di incentivo alle assunzioni o qualcos’altro? Innanzitutto servirebbe attrarre degli investimenti in Italia. Questo porterebbe all’aumento delle richieste di lavoro e di conseguenza si rifletterebbe su tutta la popolazione.
Occorrerebbero quindi politiche industriali che, nel nostro paese, non si vedono da tempo immemore. Solo così imprese e tutto il settore economico stimolerà i consumi, l’occupazione e la produzione. Non esiste una ricetta magica, ma perlomeno ci si può provare!