Area Expo. Punto e a capo. Se n’è parlato tanto nei mesi scorsi e molti miliardi sono stati stanziati per farne un’importante centro di ricerca. Ma non è tutto qui il futuro di quest’area. La vera opportunità è l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna. Il Regno della Regina Elisabetta inizierà a perdere una serie di importanti istituzioni che, l’Italia, non deve assolutamente lasciarsi sfuggire. La diplomazia è già al lavoro e per l’Italia sarebbe la più bella notizia da quando nel Regno Unito c’è stato il tanto dibattuto Referendum. Ma andiamo per gradi.
Area Expo pronta ad accogliere l’Ema e l’Eba
Si scrive Brexit e, per l’Italia, si legge Agenzia del Farmaco (Ema) e Autorithy Bancaria (Eba). Due agenzie che hanno un indotto pazzesco e che, ora, hanno sede a Londra. Con l’uscita dall’Unione Europea non avrebbe più senso tenerli oltre Manica.
Le velleità italiane non sono tanto nascoste. Di recente una task force composta dal ministro dell’Economia Padoan, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia Maroni ed il ministro degli esteri Alfano hanno iniziato a muovere i primi passi. E proprio l’aver un’area, quella dell’Expo, con una linea della metropolitana nuova di Pacca, strutture, spazio e infrastrutture viarie e ferroviarie sarebbero un buon biglietto da visita per prendersi le due agenzie. Mentre sull’autorithy bancaria c’è la concorrenza di Francoforte, per l’Agenzia del Farmaco l’Italia è in pole position.
Tuttavia, anche l’agenzia bancaria è sotto la lente d’ingrandimento italiana che, non vuole accentrare tutto su Francoforte. A maggior ragione che, in Italia, non c’è nessuna agenzia europea. Dal punto di vista del Marketing le recenti iniziative sulla flat tax e roba varia, sono un toccasana per l’immagine del nostro paese.
Tuttavia è ancora presto per parlarne ma vista la dichiarazione del 29 marzo scorso con cui Theresa May ha annunciato l’uscita dall’Unione Europea, bisogna trovarsi preparati.
Le strutture ci sono, la diplomazia pure. Sarebbe una mossa per bloccare i populismi (Lega Nord e Movimento 5 Stelle), per le elezioni del 2018 (o 2017?). Staremo a vedere.